Guida alla riparazione degli alimentatori ATX per PC
Link Articolo Originale: http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=2133967
Con questa guida voglio condividere col forum le mie esperienze sulla riparazione degli alimentatori per PC ATX.
La guida viene postata senza nessuna pretesa, magari raccogliendo altre esperienze viene fuori qualcosa di molto interessante.
Detto questo chiedo al moderatore della sezione di spostare se necessario questo thread nella sottosezione piu corretta.
Grazie !
Work in progress
"GUIDA ALLA RIPARAZIONE DI UN ALIMENTATORE ATX PER PC"
DISCLAIMER: L'apertura di un apparecchio elettronico è una operazione che deve essere eseguita solo da personale qualificato o che comunque sa cosa sta facendo.
Gli alimentatori switching sono dispositivi che contengono al loro interno tensioni LETALI se non trattate con la giusta attenzione. Considerato ciò non mi assumo nessuna responsabilità circa danni a cose o persone causati da una mancata osservanza dei criteri di sicurezza, anche se riconducibili a operazioni qui sotto descritte.
Agite quindi sotto la vostra totale responsabilità.
In questa guida verranno analizzati e descritti quali sono i più comuni guasti che gli alimentatori switching per PC possono presentare.
Ma prima bisogna fare una premessa.
La riparazione di un alimentatore per PC è un’operazione abbastanza complessa e che richiede tempo e una certa competenza nel campo dell’elettronica. Prima quindi di approntarsi alla riparazione di tale apparecchio è necessario porsi delle domande e valutare l’effettivo valore dell’unita che si ha davanti.
L’intervento, ad esempio, su un alimentatore particolarmente scadente come quelli già visti è da escludere per 3 semplici ragioni:
- Il costo della componentistica da sostituire potrebbe essere così elevato da essere paragonabile al costo di una nuova unità;
- Il guasto probabilmente potrebbe essere causato da una errata progettazione. Pertanto è solo questione di tempo poiché il guasto si ripeterà;
- L’unità potrebbe essere tecnologicamente superata e non compatibile con le periferiche che deve servire.
Quando intervenire quindi alla riparazione di un alimentatore per PC ?
Semplicemente quando davanti si ha un PSU di qualità e magari la garanzia è scaduta o invalidata. Una spesa di qualche € a fronte del costo di una nuova unità di qualità potrebbe essere conveniente !
Prima di partire alla riparazione è necessario avere oltre i normali cacciaviti, tronchesi ecc .. anche le seguenti cose:
- Multimetro, analogico o digitale
- Cavetteria adatta al test dell’alimentatore
- Saldatore a stagno o stazione dissaldante e una buona ”mano”
- Una approfondita lettura delle pagine precedenti.
Bene, adesso che avete i giusti strumenti, è ora di cercare quale sia la causa del guasto del vostro PSU.
La causa più comune è una: l’usura, cosa non risolvibile, ma la vecchiaia di un alimentatore a volte non è la causa primaria.
Bisogna infatti essere sicuri che ad esempio la scheda madre del PC sia perfettamente funzionante, in particolare la zona di alimentazione della CPU, che è quella che stressa maggiormente l’alimentatore.
Oppure potrebbe esserci una periferica non perfettamente funzionante, che guastandosi ha messo in cortocircuito una linea di alimentazione.
Un’altra causa può essere a monte delle periferiche ad esso collegate e provenire quindi dall’alimentazione di rete. Infatti continui sbalzi di tensione dovuti a sovraccarichi delle cabine Enel o peggio ancora fulmini entrati nel vostro impianto elettrico causano una repentina usura delle componenti ad alta tensione del PSU, se non la completa distruzione nel caso del fulmine…
In definitiva identificate prima di tutto la causa del guasto, per non vanificare il tempo e le risorse spese in una ipotetica riparazione.
Vediamo adesso come trovare il guasto.
E’ innanzitutto cosa buona suddividere l’alimentatore in tre macroparti:
- Sezione a bassa tensione;
- Sezione ad alta tensione;
- Sezione di feedback, gestione e raffreddamento.
Guasti comuni della sezione a bassa tensione
Riprendendo il discorso dell’usura, i componenti maggiormente sollecitati nel blocco a bassa tensione di un alimentatore switching sono i condensatori del filtro LC.
Questi col tempo e con le alte temperature interne ( e magari perché sono di scarsa qualità ), tendono a gonfiarsi, espellendo dalla parte superiore l’elettrolita che separa le due armature.
Questo comporta due problemi fondamentali:
- possibile cortocircuito fra le due armature in assenza di dielettrico, che fa andare immediatamente l’alimentatore in protezione da sovraccarico, con ovvie ripercussioni sui doppi diodi e sulla bobina di crossregolazione.
- perdita di capacità e presenza di una componente resistiva da parte del condensatore, che inficiano le tensioni in uscita e il corretto funzionamento di periferiche e alimentatore.
Immagini di un condensatore rigonfio, e di uno ormai scoppiato, essendo fuoriuscita l'elettrolita.
Questo genere di guasti è quello più classico e allo stesso tempo quello più facilmente risolvibile.
Vi basta infatti sostituire tutti i condensatori del secondario con dei nuovi per ridare la vita al vostro alimentatore.
E’ conveniente nel frattempo verificare che i doppi diodi non abbiano subito dei danni a seguito del guasto dei condensatori.
Basterà impostare il multimetro sulla funzione Prova diodi, e verificare che ogni singolo diodo sia perfettamente integro, misurando una caduta di tensione da 0,075V a 0,300V in polarizzazione diretta e infinita (1 sul display del multimetro) polarizzandolo inversamente.
Se invece misurate un valore molto basso ( 0,030V o anche meno ) con qualsiasi polarizzazione, è chiaro che il doppio diodo è da sostituire.
Sopra il simbolo elettrico di un doppio diodo e l'illustrazione di un classico package.
Anche se ad alcuni può sembrare banale, è chiaro che qualsiasi componente elettronico vada misurato solo dopo essere stato rimosso dal circuito.
Insieme ad essi sarà necessario verificare anche la componentistica che vi è attorno, quali bobine a bassa induttanza, resistori o altri diodi e condensatori.
Non necessariamente però la morte dei condensatori è la causa diretta del guasto dei doppi diodi. Anche questi ultimi sono soggetti ad usura, che porta alla rottura della giunzione PN del diodo causando in prima persona il non funzionamento dell’alimentatore, anche se i condensatori del filtro LC sono perfetti.
Un’altra cosa molto utile è verificare, nel caso della loro sostituzione, che il pad termoconduttivo (ove previsto) fra i diodi e l’aletta di dissipazione del calore sia perfettamente integro, per evitare accidentali contatti fra i contatti metallici dei packeges dei doppi diodi.
Guasti comuni della sezione ad alta tensione
Per quello che riguarda la sezione ad alta tensione dei PSU, è possibile fare un discorso quasi analogo.
Una tensione di rete abbastanza instabile o sporca, abbinata alla comune usura, può far esaurire i condensatori ad alta tensione che col tempo si gonfiano e perdono le proprie caratteristiche elettriche, causando l’instabilità dell’alimentatore sotto carichi impegnativi.
Infatti questi condensatori hanno il compito di mantenere stabile ed oltre un certo limite la tensione raddrizzata dal ponte di diodi. Se il condensatore si usura e non riesce più a immagazzinare una sufficiente energia, l’alimentatore si ritroverà senza il giusto spunto per far fronte ad un carico pesante.
Al solito, la sostituzione di essi con il relativo controllo della circuiteria che c’è attorno, vi permette di rimettere in sesto l’alimentatore.
Differente è invece la situazione che si prospetta in caso di forti sovratensioni o lampi che sono penetrati nel vostro impianto elettrico.
In questo caso, oltre alla morte dei condensatori, è quasi certa la distruzione dei componenti attivi del circuito quali i bjt di potenza( o MOSFET nei PSU di alta qualità ), ponte di Graetz, diodi e resistenze varie…più l’interruzione del fusibile.
Sta a voi quantificare l’entità del danno, e considerare se procedere con la riparazione dell’alimentatore, anche perché richiede molto tempo per il controllo dei singoli componenti
(l’alimentatore è comunque riparabile, e io stesso ne ho riparato uno che ha saggiato la potenza di un lampo, che ha letteralmente perforato il contenitore plastico di un bjt)
Un consiglio che vi do è quello di verificare in primis lo stato dei transistor di pilotaggio del trasformatore SMTP, ma soprattutto le resistenze di base di essi, che normalmente hanno valori di decine di ohm, ma se bruciate misurano resistenza infinita.
Potrebbe addirittura capitare che il corpo plastico dei bjt di potenza si distrugga, segno di una fortissima sovracorrente che li ha letteralmente carbonizzati.
In questo caso risulta impossibile risalire al modello del componente e la situazione si complica un po’.
Potrete però tentare di sostituire questi con dei modelli abbastanza comuni, come ad esempio i 2SC2625 (o meglio ancora dei MJE13009) per contenitori TO247 e simili, oppure con dei MJE13007 nel caso di contenitori TO220, se lo stadio pilota è costituito da normali bjt.
Nel caso in cui i semiconduttori che pilotano il trasformatore principale siano dei MOSFET, la situazione si fa piu complessa. Cercate in qualche modo di venire a conoscenza di quale modello si trattasse, guardando qualche riferimento sul PCB del PSU o su Internet.
Come ultima spiaggia procuratevi dei mosfet con lo stesso package e che abbiano caratteristiche come queste:
- Tipo Mosfet N-CHANNEL per applicazioni switching
- VDS e VDG intorno ai 500 V o più
- RDSon molto bassa ( 1 ohm o meno )
- ID sufficientemente alta ( 10/13 A continui o più )
Ad esempio dei modelli come i Toshiba K2607 o gli ST W20NC50 possono essere una buona scelta, essendo ben dimensionati e progettati per questo genere di utilizzi.
Come già detto se lo stadio pilota è stato danneggiato pesantemente, con molta probabilità saranno saltati anche il ponte di diodi, il termistore PTC, i condensatori del filtro EMI e il filtro stesso, oltre al fusibile bruciato.
Guasti comuni delle sezioni di feedback, controllo e raffreddamento
Ulteriori guasti che possono presentarsi all'interno di alimentatore switching sono quelli legati al malfunzionamento degli circuiti integrati dedicati alla gestione dell'alimentatore stesso.
Questi componenti infatti amministrano le temporizzazioni di pilotaggio della sezione PWM, regolano la potenza in uscita a secondo del carico e proteggono l'alimentatore da sovraccarichi, sovracorrenti o cortocircuiti.
Vien da se che se uno di questi dispositivi non lavora correttamente, l'alimentatore presenterà un funzionamento instabile,oltre alla concreta possibilità di non funzionare affatto.
Parlando per esperienza personale pochissime volte ho riparato un alimentatore ATX intervenendo su questi componenti e, le poche volte che l'ho fatto, ho constatato che questi integrati sono morti a seguito del guasto dei componenti sopra citati.
La maggioranza degli alimentatori che si trovano in commercio utilizzano circuiti integrati come il KA7500B ( progettato da Samsung, ma ampiamente clonato da molte altre case quali Fairchild, Mospec, Daewoo ecc...), l'SG6105DZ ( che spesso si trova nei Tecnoware serie FAL ) oppure il classico TL494.
Prendete quindi in considerazione la verifica di tali dispositivi dopo aver controllato bene il funzionamento del resto dell'alimentatore.
I sintomi più comuni possono essere:
-impossibilità ad avviare l'alimentatore, sebbene questo stia erogando la 5VSB
-spegnimento dell'alimentatore dopo pochi secondi dall'avvio, anche se caricato in maniera minima
-spegnimento dell'alimentatore sotto un carico intensivo
-tensioni erogate completamente fuori i valori tollerabili ( ad esempio 20V al posto di 12V ).
Sebbene l'usura dei componenti attivi dell'alimentatore sia la maggior responsabile dei decessi di tali apparecchi, un insufficiente o assente raffreddamento provocherà un forte stress termico alle componenti dei PSU.
Ad esempio quindi la bruciatura di un doppio diodo potrebbe essere stato causata da un raffreddamento non corretto.
I dispositivi che per eccellenza si occupano del raffreddamento dei componenti elettronici sono i comuni dissipatori in alluminio, che però devono lavorare insieme a delle ventole per il riflusso dell'aria calda all'interno del contenitore dell'alimentatore.
Col tempo però le polveri più fini non solo si depositano fra le alette dei dissipatori ma, cosa molto più grave, sporcano le pale delle ventole che diventano così meno efficienti e più rumorose, fino al blocco completo delle ventole, con tutti i danni che ne derivano.
Per questa motivazione, ogni qualvolta che aprite un alimentatore, verificate subito le condizioni di ventole e dissipatori.
Non rimontate un alimentatore appena riparato se non siete sicuri del funzionamento efficiente dei dispositivi di raffreddamento.
Se le ventole sono molto sporche procedete ad una minuziosa pulizia delle pale e del corpo plastico della ventola.Nel caso in cui questa, dopo la pulizia, presentasse ancora un movimento del rotore impacciato, procedete alla rimozione della etichetta a tergo della ventola, per avere cosi accesso al rotore, dove andrete a mettere un buon lubrificante, per eliminare l'attrito residuo.
La stessa cosa può essere fatta anche per ventole rumorose ma abbastanza pulite.
Se la pulizia della ventola non ha dato i risultati sperati bene...sostituitela con una sicuramente funzionante.
I guasti delle ventole di raffreddamento non sempre sono imputabili alla polvere.Infatti in PSU che regolano la velocità della ventola in relazione alla temperatura dei dissipatori, si possono guastare i circuiti addetti al regolaggio.
Questi spesso sono composti da una manciata di transistor con package TO92 e da un termistore NTC ( o anche PTC, a seconda della implementazione usata ) applicato tramite un collante ad uno dei dissipatori ritenuto più "bollente".
Vien da se che il malfunzionamento di tali sezioni bloccano il regolare funzionamento della ventola, con tutti i rischi annessi.
Cercate quindi di trovare quale dei componenti si sia guastato ( quasi certamente i bjt ) e sostituitelo.
Se la ventola continua a non girare, provvedete ad attaccarla direttamente alla 12V destinata alle periferiche del PC.In questo modo il funzionamento sarà sicuro, ma probabilmente più rumoroso.
Altre aggiunte le farò in seguito...
La guida viene postata senza nessuna pretesa, magari raccogliendo altre esperienze viene fuori qualcosa di molto interessante.
Detto questo chiedo al moderatore della sezione di spostare se necessario questo thread nella sottosezione piu corretta.
Grazie !
Work in progress
"GUIDA ALLA RIPARAZIONE DI UN ALIMENTATORE ATX PER PC"
by Mendocino89
DISCLAIMER: L'apertura di un apparecchio elettronico è una operazione che deve essere eseguita solo da personale qualificato o che comunque sa cosa sta facendo.
Gli alimentatori switching sono dispositivi che contengono al loro interno tensioni LETALI se non trattate con la giusta attenzione. Considerato ciò non mi assumo nessuna responsabilità circa danni a cose o persone causati da una mancata osservanza dei criteri di sicurezza, anche se riconducibili a operazioni qui sotto descritte.
Agite quindi sotto la vostra totale responsabilità.
In questa guida verranno analizzati e descritti quali sono i più comuni guasti che gli alimentatori switching per PC possono presentare.
Ma prima bisogna fare una premessa.
La riparazione di un alimentatore per PC è un’operazione abbastanza complessa e che richiede tempo e una certa competenza nel campo dell’elettronica. Prima quindi di approntarsi alla riparazione di tale apparecchio è necessario porsi delle domande e valutare l’effettivo valore dell’unita che si ha davanti.
L’intervento, ad esempio, su un alimentatore particolarmente scadente come quelli già visti è da escludere per 3 semplici ragioni:
- Il costo della componentistica da sostituire potrebbe essere così elevato da essere paragonabile al costo di una nuova unità;
- Il guasto probabilmente potrebbe essere causato da una errata progettazione. Pertanto è solo questione di tempo poiché il guasto si ripeterà;
- L’unità potrebbe essere tecnologicamente superata e non compatibile con le periferiche che deve servire.
Quando intervenire quindi alla riparazione di un alimentatore per PC ?
Semplicemente quando davanti si ha un PSU di qualità e magari la garanzia è scaduta o invalidata. Una spesa di qualche € a fronte del costo di una nuova unità di qualità potrebbe essere conveniente !
Prima di partire alla riparazione è necessario avere oltre i normali cacciaviti, tronchesi ecc .. anche le seguenti cose:
- Multimetro, analogico o digitale
- Cavetteria adatta al test dell’alimentatore
- Saldatore a stagno o stazione dissaldante e una buona ”mano”
- Una approfondita lettura delle pagine precedenti.
Bene, adesso che avete i giusti strumenti, è ora di cercare quale sia la causa del guasto del vostro PSU.
La causa più comune è una: l’usura, cosa non risolvibile, ma la vecchiaia di un alimentatore a volte non è la causa primaria.
Bisogna infatti essere sicuri che ad esempio la scheda madre del PC sia perfettamente funzionante, in particolare la zona di alimentazione della CPU, che è quella che stressa maggiormente l’alimentatore.
Oppure potrebbe esserci una periferica non perfettamente funzionante, che guastandosi ha messo in cortocircuito una linea di alimentazione.
Un’altra causa può essere a monte delle periferiche ad esso collegate e provenire quindi dall’alimentazione di rete. Infatti continui sbalzi di tensione dovuti a sovraccarichi delle cabine Enel o peggio ancora fulmini entrati nel vostro impianto elettrico causano una repentina usura delle componenti ad alta tensione del PSU, se non la completa distruzione nel caso del fulmine…
In definitiva identificate prima di tutto la causa del guasto, per non vanificare il tempo e le risorse spese in una ipotetica riparazione.
Vediamo adesso come trovare il guasto.
E’ innanzitutto cosa buona suddividere l’alimentatore in tre macroparti:
- Sezione a bassa tensione;
- Sezione ad alta tensione;
- Sezione di feedback, gestione e raffreddamento.
Guasti comuni della sezione a bassa tensione
Riprendendo il discorso dell’usura, i componenti maggiormente sollecitati nel blocco a bassa tensione di un alimentatore switching sono i condensatori del filtro LC.
Questi col tempo e con le alte temperature interne ( e magari perché sono di scarsa qualità ), tendono a gonfiarsi, espellendo dalla parte superiore l’elettrolita che separa le due armature.
Questo comporta due problemi fondamentali:
- possibile cortocircuito fra le due armature in assenza di dielettrico, che fa andare immediatamente l’alimentatore in protezione da sovraccarico, con ovvie ripercussioni sui doppi diodi e sulla bobina di crossregolazione.
- perdita di capacità e presenza di una componente resistiva da parte del condensatore, che inficiano le tensioni in uscita e il corretto funzionamento di periferiche e alimentatore.
Immagini di un condensatore rigonfio, e di uno ormai scoppiato, essendo fuoriuscita l'elettrolita.
Questo genere di guasti è quello più classico e allo stesso tempo quello più facilmente risolvibile.
Vi basta infatti sostituire tutti i condensatori del secondario con dei nuovi per ridare la vita al vostro alimentatore.
E’ conveniente nel frattempo verificare che i doppi diodi non abbiano subito dei danni a seguito del guasto dei condensatori.
Basterà impostare il multimetro sulla funzione Prova diodi, e verificare che ogni singolo diodo sia perfettamente integro, misurando una caduta di tensione da 0,075V a 0,300V in polarizzazione diretta e infinita (1 sul display del multimetro) polarizzandolo inversamente.
Se invece misurate un valore molto basso ( 0,030V o anche meno ) con qualsiasi polarizzazione, è chiaro che il doppio diodo è da sostituire.
Sopra il simbolo elettrico di un doppio diodo e l'illustrazione di un classico package.
Anche se ad alcuni può sembrare banale, è chiaro che qualsiasi componente elettronico vada misurato solo dopo essere stato rimosso dal circuito.
Insieme ad essi sarà necessario verificare anche la componentistica che vi è attorno, quali bobine a bassa induttanza, resistori o altri diodi e condensatori.
Non necessariamente però la morte dei condensatori è la causa diretta del guasto dei doppi diodi. Anche questi ultimi sono soggetti ad usura, che porta alla rottura della giunzione PN del diodo causando in prima persona il non funzionamento dell’alimentatore, anche se i condensatori del filtro LC sono perfetti.
Un’altra cosa molto utile è verificare, nel caso della loro sostituzione, che il pad termoconduttivo (ove previsto) fra i diodi e l’aletta di dissipazione del calore sia perfettamente integro, per evitare accidentali contatti fra i contatti metallici dei packeges dei doppi diodi.
Guasti comuni della sezione ad alta tensione
Per quello che riguarda la sezione ad alta tensione dei PSU, è possibile fare un discorso quasi analogo.
Una tensione di rete abbastanza instabile o sporca, abbinata alla comune usura, può far esaurire i condensatori ad alta tensione che col tempo si gonfiano e perdono le proprie caratteristiche elettriche, causando l’instabilità dell’alimentatore sotto carichi impegnativi.
Infatti questi condensatori hanno il compito di mantenere stabile ed oltre un certo limite la tensione raddrizzata dal ponte di diodi. Se il condensatore si usura e non riesce più a immagazzinare una sufficiente energia, l’alimentatore si ritroverà senza il giusto spunto per far fronte ad un carico pesante.
Al solito, la sostituzione di essi con il relativo controllo della circuiteria che c’è attorno, vi permette di rimettere in sesto l’alimentatore.
Differente è invece la situazione che si prospetta in caso di forti sovratensioni o lampi che sono penetrati nel vostro impianto elettrico.
In questo caso, oltre alla morte dei condensatori, è quasi certa la distruzione dei componenti attivi del circuito quali i bjt di potenza( o MOSFET nei PSU di alta qualità ), ponte di Graetz, diodi e resistenze varie…più l’interruzione del fusibile.
Sta a voi quantificare l’entità del danno, e considerare se procedere con la riparazione dell’alimentatore, anche perché richiede molto tempo per il controllo dei singoli componenti
(l’alimentatore è comunque riparabile, e io stesso ne ho riparato uno che ha saggiato la potenza di un lampo, che ha letteralmente perforato il contenitore plastico di un bjt)
Un consiglio che vi do è quello di verificare in primis lo stato dei transistor di pilotaggio del trasformatore SMTP, ma soprattutto le resistenze di base di essi, che normalmente hanno valori di decine di ohm, ma se bruciate misurano resistenza infinita.
Potrebbe addirittura capitare che il corpo plastico dei bjt di potenza si distrugga, segno di una fortissima sovracorrente che li ha letteralmente carbonizzati.
In questo caso risulta impossibile risalire al modello del componente e la situazione si complica un po’.
Potrete però tentare di sostituire questi con dei modelli abbastanza comuni, come ad esempio i 2SC2625 (o meglio ancora dei MJE13009) per contenitori TO247 e simili, oppure con dei MJE13007 nel caso di contenitori TO220, se lo stadio pilota è costituito da normali bjt.
Nel caso in cui i semiconduttori che pilotano il trasformatore principale siano dei MOSFET, la situazione si fa piu complessa. Cercate in qualche modo di venire a conoscenza di quale modello si trattasse, guardando qualche riferimento sul PCB del PSU o su Internet.
Come ultima spiaggia procuratevi dei mosfet con lo stesso package e che abbiano caratteristiche come queste:
- Tipo Mosfet N-CHANNEL per applicazioni switching
- VDS e VDG intorno ai 500 V o più
- RDSon molto bassa ( 1 ohm o meno )
- ID sufficientemente alta ( 10/13 A continui o più )
Ad esempio dei modelli come i Toshiba K2607 o gli ST W20NC50 possono essere una buona scelta, essendo ben dimensionati e progettati per questo genere di utilizzi.
Come già detto se lo stadio pilota è stato danneggiato pesantemente, con molta probabilità saranno saltati anche il ponte di diodi, il termistore PTC, i condensatori del filtro EMI e il filtro stesso, oltre al fusibile bruciato.
Guasti comuni delle sezioni di feedback, controllo e raffreddamento
Ulteriori guasti che possono presentarsi all'interno di alimentatore switching sono quelli legati al malfunzionamento degli circuiti integrati dedicati alla gestione dell'alimentatore stesso.
Questi componenti infatti amministrano le temporizzazioni di pilotaggio della sezione PWM, regolano la potenza in uscita a secondo del carico e proteggono l'alimentatore da sovraccarichi, sovracorrenti o cortocircuiti.
Vien da se che se uno di questi dispositivi non lavora correttamente, l'alimentatore presenterà un funzionamento instabile,oltre alla concreta possibilità di non funzionare affatto.
Parlando per esperienza personale pochissime volte ho riparato un alimentatore ATX intervenendo su questi componenti e, le poche volte che l'ho fatto, ho constatato che questi integrati sono morti a seguito del guasto dei componenti sopra citati.
La maggioranza degli alimentatori che si trovano in commercio utilizzano circuiti integrati come il KA7500B ( progettato da Samsung, ma ampiamente clonato da molte altre case quali Fairchild, Mospec, Daewoo ecc...), l'SG6105DZ ( che spesso si trova nei Tecnoware serie FAL ) oppure il classico TL494.
Prendete quindi in considerazione la verifica di tali dispositivi dopo aver controllato bene il funzionamento del resto dell'alimentatore.
I sintomi più comuni possono essere:
-impossibilità ad avviare l'alimentatore, sebbene questo stia erogando la 5VSB
-spegnimento dell'alimentatore dopo pochi secondi dall'avvio, anche se caricato in maniera minima
-spegnimento dell'alimentatore sotto un carico intensivo
-tensioni erogate completamente fuori i valori tollerabili ( ad esempio 20V al posto di 12V ).
Sebbene l'usura dei componenti attivi dell'alimentatore sia la maggior responsabile dei decessi di tali apparecchi, un insufficiente o assente raffreddamento provocherà un forte stress termico alle componenti dei PSU.
Ad esempio quindi la bruciatura di un doppio diodo potrebbe essere stato causata da un raffreddamento non corretto.
I dispositivi che per eccellenza si occupano del raffreddamento dei componenti elettronici sono i comuni dissipatori in alluminio, che però devono lavorare insieme a delle ventole per il riflusso dell'aria calda all'interno del contenitore dell'alimentatore.
Col tempo però le polveri più fini non solo si depositano fra le alette dei dissipatori ma, cosa molto più grave, sporcano le pale delle ventole che diventano così meno efficienti e più rumorose, fino al blocco completo delle ventole, con tutti i danni che ne derivano.
Per questa motivazione, ogni qualvolta che aprite un alimentatore, verificate subito le condizioni di ventole e dissipatori.
Non rimontate un alimentatore appena riparato se non siete sicuri del funzionamento efficiente dei dispositivi di raffreddamento.
Se le ventole sono molto sporche procedete ad una minuziosa pulizia delle pale e del corpo plastico della ventola.Nel caso in cui questa, dopo la pulizia, presentasse ancora un movimento del rotore impacciato, procedete alla rimozione della etichetta a tergo della ventola, per avere cosi accesso al rotore, dove andrete a mettere un buon lubrificante, per eliminare l'attrito residuo.
La stessa cosa può essere fatta anche per ventole rumorose ma abbastanza pulite.
Se la pulizia della ventola non ha dato i risultati sperati bene...sostituitela con una sicuramente funzionante.
I guasti delle ventole di raffreddamento non sempre sono imputabili alla polvere.Infatti in PSU che regolano la velocità della ventola in relazione alla temperatura dei dissipatori, si possono guastare i circuiti addetti al regolaggio.
Questi spesso sono composti da una manciata di transistor con package TO92 e da un termistore NTC ( o anche PTC, a seconda della implementazione usata ) applicato tramite un collante ad uno dei dissipatori ritenuto più "bollente".
Vien da se che il malfunzionamento di tali sezioni bloccano il regolare funzionamento della ventola, con tutti i rischi annessi.
Cercate quindi di trovare quale dei componenti si sia guastato ( quasi certamente i bjt ) e sostituitelo.
Se la ventola continua a non girare, provvedete ad attaccarla direttamente alla 12V destinata alle periferiche del PC.In questo modo il funzionamento sarà sicuro, ma probabilmente più rumoroso.
Altre aggiunte le farò in seguito...
APPENDICI, CONSIGLI E METODOLOGIE DI TEST
1.LO STANDARD ATX: CONNETTORI, CODICE COLORI E FUNZIONI LOGICHE
L'immagine di cui sopra illustra la struttura interna dei 3 principali connettori di un alimentatore ATX.
Nello specifico la parte A, composta da 20 Pin, è quella più importante poichè oltre a fornire tutte le tensioni di alimentazione necessarie alla motherboard, contiene anche i segnali di controllo dell'alimentatore.
Ogni colore rappresenta univocamente una tensione o una funzione:
Rosso: +5 Volt
Giallo: +12 Volt
Arancio: +3.3 Volt
Nero: Negativo comune
Bianco: -5 Volt
Blu: -12 Volt
Viola: +5VSB
Grigio: Power Good
Verde: Power On
Power On: E' utilizzato nel sistema ATX per permettere alla motherboard di avviare la sezione di potenza dell'alimentatore.
La scheda madre porterà a massa questo segnale, e automaticamente l'integrato di controllo avvierà lo switch principale.
Power Good: E' un segnale TTL compatibile ( 0-5V ) che indica alla scheda madre se è possibile inizializzare la CPU e tutte le altre periferiche.
In pratica il solito integrato di controllo del PSU fin quando le tensioni in uscita non sono perfettamente stabili e corrette, mantiene questo segnale a livello basso, forzando quindi la CPU in RESET.
Quandole tensioni del PSU sono stabili e ai valori giusti, il Power Good viene portato a livello alto, permettendo l'inizializzazione della CPU.
+5VSB: Ovvero +5 Volt Stand By è quella tensione prodotta da uno switch secondario del PSU, che alimenta i circuiti di avvio della scheda madre e periferiche come mouse e tastiera (qualora permesso dalla scheda madre e dal setup dei jumpers).
Il connettore 2 rappresenta una aggiunta a quello principale a 20 Pin.
La sua introduzione avvenuta con l'aggiornamento allo standando ATX 2.0, è figlia dei sempre piu alti requisiti in corrente dei moderni PC.
Infine il connettore 3, introdotto con lo standard ATX 1.1, ha il compito di alimentare la sezione PWM della CPU.
La sua introduzione è stata la conseguenza dei vertiginosi aumenti di assorbimento delle moderne CPU, che arrivano a richiedere al giorno d'oggi anche 150W.
2.CONTENITORI PER SEMICONDUTTORI PIU' USATI
Di seguito riporto le illustrazioni dei package più utilizzati per i semiconduttori di potenza o controllo.
TO220
E' in assoluto il package più comune negli alimentatori ATX, specialmente in quelli di scarsa potenza.
Viene utilizzato indifferentemente per Bjt, Mosfet, doppi diodi o regolatori di tensione.
A livello costruttivo è composto da un corpo plastico-ceramico nel quale è incastonato il semiconduttore stesso e da una parte posteriore piatta metallica, che permette una superiore dissipazione termica.
In dipendenza del tipo di semiconduttore l'aletta di raffreddamento corrisponde a:
-Collettore nel caso di un Bjt;
-Drain nel caso di un Mosfet;
-Giunzione dei catodi nel caso di un doppio diodo;
-Negativo nel caso di un regolatore di tensione.
TO220FP
Come suggerisce il nome stesso è una variante del TO220 classico.
La differenza sta nell'assenza dell'aletta di raffreddamento metallica.
La dissipazione termica avverrà quindi attraverso contatto diretto fra dissipatore e package.Spesso è possibile trovare interposta fra le due superfici un leggero strato di pasta siliconica.
TO247
Contenente gli stessi tipi di semiconduttori del TO220, differisce da quest'ultimo per la maggior capacità di dissipazione termica.
Vien da sè che i dispositivi che può contenere supportano potenze maggiori.
A livello costruttivo si piazza fra un TO220 e un TO220FP.
Infatti non esiste una vera e propria aletta di raffreddamento, ma una superficie metallica che è a diretto contatto con la parte più "calda e sollecitata termicamente" del chip in esso contenuto.
In ogni caso è possibile trovare moltissime varianti, con nomi più o meno differenti e package lievemente differenti, che assolvono comunque gli stessi compiti a parità di sigla.
DIP16
In questo caso si tratta di un package completamente differente.
La sua struttura è rettangolare e perfettamente simmetrica.
La comunicazione con il mondo esterno avviene con 16 pin disposti in serie nei suoi lati più lunghi.
Il contenitore è al solito composto da un materiale plastico-ceramico, senza la presenza di una superficie metallica per la dissipazione diretta.
In termini pratici esso contiene dispositivi di controllo che dissipano pochissimo calore.Un esempio è il controller PWM KA7500B o il corrispondente TL494.
DIP8
Costruttivamente identico al DIP16 si contraddistingue da esso per il minor numero di contatti, in questo caso 8.
E' possibile trovarlo impiegato in componenti quali l'LM393, che svolge le funzioni di Power Good e sensing.
TO92
Di dimensioni molto minute ha una forma che ricorda vagamente i TOP2##.
Viene impiegato per contenere la maggior parte dei casi bjt di bassa potenza, ma può anche contenere regolatori di tensione, oscillatori ecc..
TO3
E' quasi impossibile trovarlo in un alimentatore ATX, ma per completezza ho deciso di inserirlo.
Come si può notare è composto da una base piatta e di forma ellittica, sopra la quale è saldato un piccolo cilindro contenente il pezzo di silicio.
Dalla base ellittica sporgono due contatti isolati elettricamente dalla restante superficie che nel caso di un bjt corrispondono a base ed emettitore.
Il contatto del collettore è quindi tutto il package metallico.
3.LINK AI DATASHEET DEI COMPONENTI PIU' COMUNI
Doppi Diodi:
STPS3045CW LINK
SBL3040PT LINK
SBL3045PT LINK
FEP16DT LINK
UF1602CT LINK
S10C45C LINK
S16C45C LINK
S20C45C LINK
MBR1545CT LINK
SB2040CT LINK
STPS2045CT LINK
BYQ28E LINK
BYV42E LINK
MUR2020CT LINK.
Bjt
2SC2625 LINK
2SC4105 LINK
2SC4106 LINK
2SC4242 LINK
2SC5027 LINK
2SC5763 LINK
13007 Series LINK
13009 Series LINK
Mosfet
2SK2607 LINK
STW20NC50 LINK
Controller PWM e comparatori
KA7500B LINK
TL494 LINK
SG6105DZ LINK
LM339 LINK
LM393 LINK
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Punti rimanenti:
-link a semplici schemi di alimentatori ATX
-link a guide tecniche riguardanti il funzionamento degli alimentatori AT & ATX
-semplice metodologia di test di un alimentatore riparato
LISTA DEI GUASTI COMUNI
Qui di seguito riporto un elenco completo dei guasti che ho riscontrato fino ad oggi e che sono riuscito a risolvere.
- L'alimentatore non parte(o stenta) a PC spento si sente un fischio provenire da esso.
Se il fischio si presenta a PC spento, e quindi quano l'alimentatore deve erogare la sola 5VSB, vien da se che il problema si trova proprio in questa linea di alimentazione.
In questi casi, aprendo l'alimentatore, è facile trovare i condensatori del secondario della 5VSB ringonfi o scoppiati.
Questo causa il fischio, poichè il condensatore non solo non sta adempiendo al suo compito, ma allo stesso tempo si sta comportando da carico, poichè si trova in dispersione.
Normalmente la sostituzione del condensatore (ce ne potrebbe essere anche piu di uno, sia chiaro) risolve il problema, e avendo cura di inserire un ricambio con una tensione massima maggiore si previene il risorgere del problema a breve termine.
- L'alimentatore stenta a partire con un carico normale, e con un carico minimo parte ma si sente "friggere" dal suo interno.
In questo caso il problema si sposta dalla 5VSB, che starà sicuramente funzionando (in quanto senza 5VSB l'alimentatore non partirebbe del tutto) alle linee delle tensioni principali.
Ovviamente il problema è da ricercare nel secondario, e quasi sempre è causato da 1 o piu condensatori rigonfi o esplosi.
Infatti quando il carico sull'alimentatore è minimo, il malfunzionamento dei condensatori non implica del tutto l'accensione del PSU, che emette un rumore simile alla "frittura" di qualcosa.
Quando invece il carico diventa importante l'alimentatore va in sovraccarico e quindi si spegne immediatamente.
Abbiate l'accortezza di sostituire i condensatori con altri nuovi che abbiano una temperatura di lavoro fino a 105°C e magari, se permesso dal PCB, una capacità lievemente maggiore nel caso i condensatori originari siano sottodimensionati.
- L'alimentatore all'accensione emette un brevissimo fischio e si spegne immediatamente, indipendentemente dal carico.
In questo caso il guasto si sposta dai condensatori (che potrebbero essere comunque rigonfi) a qualche altro componente, quali ad esempio i doppi diodi.
Normalmente il problema è provocato proprio dai doppi diodi, che a causa dell'usura vanno letteralmente in cortocircuito, mandando in protezione l'alimentatore.
Vi basterà estrarre l'aletta di raffreddamento che li contiene e verificarli ad uno ad uno.
Probabilmente troverete mezzo diodo in corto circuito, che andrà chiaramente sostituito, ove permesso dal PCB, con uno in grado di sostenere correnti maggiori.
Una ulteriore verifica della zona adiacente ai doppi diodi vi permetterà di trovare eventuali altri componenti guasti.
Nel caso i doppi diodi siano perfettamente funzionanti la cosa si complica un pochino.
Una approfondita ispezione potrebbe farvi trovare diodi semplici del tutto distrutti, resistenze carbonizzate o transistor di piccole dimensioni in corto.
Sostituite tutto quello che risulta essere guasto e procedete alla prova di funzionamento.
- L'alimentatore sembra funzionare correttamente, ma quando sottoposto a carichi molto impegnativi si spegne.
Sebbene capiti relativamente spesso uno scenario del genere, raramente la colpa è imputabile ad un malfunzionamento, in senso stretto, dell'alimentatore.
Mi sembra quasi scontato che in questi casi la prima cosa da verificare sia che la potenza di targa del PSU sia coerente alle richieste energetiche di tutte le periferiche del PC a pieno carico.
Quando siete certi che il problema è dovuto certamente ad un guasto al vostro alimentatore proseguite alla sua apertura.
Se una semplice ispezione visiva non vi suggerisce proprio nulla, le uniche due cose che potete fare sono:
-sostituire i condensatori del primario che potrebbero essere semi esauriti cedendo ai picchi di assorbimento del vostro sistema.
Nel caso la capacità di questi sia inferiore ai 330uF è bene sostituirli con dei corrispondenti di 470 o 560 uF, che sicuramente sono piu tolleranti a carichi improvvisi.
-sostituire il controller PWM e la cella RC adiacente, che ha il compito di stabilire la frequenza di funzionamento dello switch principale, nel caso in cui i punto precedente non ha sortito effetti.
Raramente però capita di dover ricorrere ad una soluzione cosi drastica...
- L'alimentatore non da segni di vista e il fusibile risulta interrotto.
Innanzitutto non fate la sciocchezza di sostituire il fusibile senza risolvere la causa della sua interruzione.
Se questo è saltato c'è sicuramente un motivo, e quindi la sua sostituzione vi farebbe sprecare tempo e un fusibile in più.
Ci troviamo di fronte ad un guasto di entità piu grave, in quanto il problema coinvolge indubbiamente il primario.
Con ciò vi ribadisco che questo genere di interventi è assolutamente sconsigliato a persone senza una piu che buona conoscenza di elettronica.
Bene! In primis estraete l'aletta di raffreddamento dei bjt e verificate questi ultimi.Quasi certamente uno o più risulterà del tutto guasto.
Ebbene, la mera sostituzione del bjt non sempre porta alla risoluzione del problema.
Infatti, normalmente, il bjt guastandosi porta con sè all'altro mondo anche la relativa resistenza di base (di piccolo taglio, dai 10 ai 47ohm di solito) che risulterà interrotta e alcuni componenti che vi gravitano attorno.
Per quanto riguarda il ricambio del bjt vi elenco alcune semplici regole da seguire:
-non necessariamente il transistor da sostutuire deve essere identico a quello guasto.
-il ricambio deve sopportare una corrente di forward uguale o superiore a quella del componente guasto
-il ricambio deve sopportare una Vce e Vbe uguale o leggermente superiore a quella del componente guasto
-il ricambio deve avere la stessa piedinatura, normalmente BCE, del componente guasto
-il ricambio deve avere un package quasi identico a quello da sostituire, e comunque deve essere compatibile con le piazzole del PCB e con l'aletta di raffreddamento(distanza fra pcb e foro di fissaggio).
Alcuni esempi ?
-> 2SC4242 sostituibile con MJE13007 o 2SC4106 o MJE13009 (con package TO220) e viceversa.
-> 2SC2625 sostituibile con MJE13007 o 2SC2626 o MJE13009 (con package TO247) e viceversa.
Abbiate cura di interporre un pad termoconduttivo fra package e transistor oltre al distanziale della vite di fissaggio, per evitare un bel botto all'accensione o di restare folgorati toccando lo chassis dell'alimentatore...
Ma non è finita!
Di solito il cortocircuito creato dai transistor in punto di morte causa:
-gussto del ponte di graetz o diodi nel caso di una versione a componenti discreti
-guasto della resistenza NTC
-interruzione del filtro EMI
-possibile logorio dei condensatori di grosso taglio
-guasto dei condensatori CY e CX del filtro EMI.
Non è escluso inoltre il guasto del controller PWM (raro ma possibile..).
In aggiornamento...